Avete mai pensato a come reagiamo noi adulti di fronte ad un bambino arrabbiato?
Le reazioni più naturali sono:
• Non riuscire a pensare
• Sentirsi sopraffatti
• Non riuscire a contenere e sopportare la tensione che si crea nell’ambiente e trovare magari le parole per descriverla
• Provare rabbia o odio.
Un bambino in preda alla sua rabbia ha bisogno di essere calmato e contenuto, di trovarsi di fronte un adulto che non si arrabbi insieme a lui ma che gli risponda con la reazione completamente opposta.
Comunemente siamo portati a dire al nostro bambino: “Calmati, smettila!” ma come ben sappiamo questo spesso crea un aumento della sua rabbia. Per poter comprendere
cosa accade a livello di chimica nel cervello durante gli stati di rabbia, dobbiamo prima di tutto considerare il fatto che le due sostanze chimiche emozionali che più contribuiscono a contrastare l’aggressività nel cervello sono l’ossitocina e gli oppiacei. Queste sostanze si attivano nel cervello di un bambino grazie a diverse interazioni amorevoli con gli adulti quali l’essere consolato, le effusioni affettuose, le coccole, i gesti d’amore, i sorrisi, i giochi più coinvolgenti, le voci gentili e dolci. I bambini che hanno fatto poca esperienza di queste sostanze chimiche come intervento efficace, spesso sono bambini prigionieri della propria rabbia.
Alcuni studi hanno dimostrato che un bambino che si sente minacciato e stressato, attiverà nel suo cervello le sostanze dello stress, che a loro volta attivano un alto livello di sollecitazione dolorosa nel suo corpo; a questo punto, si alzerà la pressione sanguigna e quando questo accade il sistema della rabbia diventa più sensibile e la serotonina nel cervello potrebbe diminuire. La serotonina è fondamentale per inibire l’impulsività; di conseguenza un basso livello di serotonina potrebbe favorire atteggiamenti impulsivi ed aggressivi.
Come creare, quindi, una chimica anti-aggressiva nel cervello dei nostri bambini?
Ogni bambino arrabbiato è un bambino bisognoso di aiuto; esistono numerose strategie che possono essere agite per la gestione della rabbia; tra esse prendiamo in considerazione le funzioni regolatrici “adulto-bambino”:
Sintonizzarsi con l’intensità delle emozioni del bambino: il giusto tono della voce, l’espressione del viso sono canali che favoriscono l’empatia nei momenti di rabbia del bambino e che permettono di mostrargli che possiamo comprendere l’intensità della sua emozione;
Convalidare la sua esperienza, rendere consapevole il bambino del modo in cui sperimenta un certo evento; gli adulti trovando le parole adatte per spiegare e dare un nome all’emozione e all’esperienza che sta vivendo, permettono al piccolo di comprendere e dare una funzione alla sua rabbia.
Contenere il bambino e le sue emozioni, permettergli l’espressione delle emozioni è di fondamentale importanza per sentirsi al sicuro e poter pensare che un adulto sia in grado di dargli un contenimento.
Calmare il bambino con un tono morbido ed un tocco gentile o un contatto fisico con determinate caratteristiche è la base sufficiente e necessaria per riportare il bambino alla sua normalità.
Il
contatto, quindi, ha un ruolo fondamentale nel contenimento del bambino arrabbiato; un abbraccio calmo ad esempio regolarizza i suoi stadi interni, toccando i suoi stati emotivi fino in profondità e permettendo il riequilibro del sistema nervoso autonomo. A volte, in preda alla rabbia i nostri piccoli non riescono ad ascoltare le parole che gli vengono dette ma un contatto fisico tranquillizzante può avere quell’effetto necessario per trovare di nuovo una serenità.
Osserviamo, quindi, i nostri bambini arrabbiati e, abbattendo le nostre barriere, proviamo ad andare un po' oltre; chissà, potrebbe accadere di vedere un grande bisogno d’amore.
Bibliografia
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